La prima stazione ad alta velocità italiana sulla linea Parigi-Roma (dopo Roma Tiburtina), nata dall’associazione tra Gruppo AREP (J.-M. Duthilleul e E. Tricaud), l’Architetto Silvio D’ASCIA ed il Professor Agostino MAGNAGHI, è una sinuosa galleria di acciaio e vetro lunga quanto un FrecciaRossa.
La preziosa copertura in vetro di 385 m di lunghezza e 30 m di larghezza, scandita ogni 100 m da attraversamenti trasversali in continuità diretta delle strade attigue, accoglie su 5 livelli di cui 3 al di sotto del livello stradale i circa 30.000 m² del programma.
Gli accessi a livello dei passaggi sono segnalati dall’innalzamento di portelloni sagomati nella vetrata, che accolgono il visitatore attraverso un ampio sporto.
Una strada pedonale, un percorso interno dunque che permette di collegare la nuova stazione a nord verso la città storica attraverso la piazza 18-XII con una lieve pendenza ed a sud verso la futura torre di servizi (alberghi, commerci ed uffici) gemella della torre Intesa San Paolo già in costruzione.
Un passaggio quindi ed un collegamento tra luoghi, punti cardinali, servizi e storia dell’architettura cittadina: da un lato il richiamo alle grandi gallerie urbane delle città italiane del XIX secolo, dall’altro il rimando alle imponenti halles delle stazioni storiche europee del XIX secolo.
Hub di arrivo, partenza e scambio, la nuova stazione definisce i moderni assetti tra spazi della mobilità e usi urbani degli ambienti e del territorio.
Il progetto declina l’idea di stazione attraverso un linguaggio fatto di trasparenza e leggerezza, incarnato pienamente nella galleria di cristallo e acciaio che, riportando luce e movimento, concretizza la nuova filosofia dell’architettura ferroviaria del XXI secolo e regala una traccia futuristica al capoluogo piemontese.
La sezione longitudinale modulata trasversalmente da una serie di aperture e da scale mobili che assolvono il compito di integrare le diverse modalità di trasporto verso la superficie esterna, danno allo spazio nel suo complesso uno sviluppo estremamente armonico. Qui la luce gioca un ruolo fondamentale: la grande volta vetrata, i fianchi trasparenti fino alle profondità dell’infrastruttura, la leggerezza delle strutture portanti, sono tutti elementi che caratterizzano il progetto dal punto di vista tecnologico, ma ne sottolineano allo stesso tempo il ruolo di elemento di continuità tra stazione ferroviaria e contesto urbano. Una trasparenza tale da consentire l’inserimento futuro in galleria di una diffusa vegetazione per creare ombreggiature e benessere.
Un’architettura pensata secondo le regole della bioclimatica e della bioenergetica: un sistema di celle fotovoltaiche monocristalline, in grado di produrre 680.000 KVH/anno, posizionate tra i due strati delle lastre di vetro della copertura, equipaggia quasi completamente la pelle vetrata della stazione di 16.000 mq. Esse fungono da schermo frangisole e contribuiscono al comfort ambientale interno sia nella stagione calda (ombreggiatura) che in quella fredda (produzione energia elettrica). Grazie a questa importante scelta costruttiva, il progetto si è aggiudicato il premio Eurosolar 2012.
Un impianto di brumizzazione installato longitudinamente sull’integralità della copertura contribuisce al raffrescamento estivo riducendo considerevolmente le temperature interne.
Una porta d’ingresso per Torino che ha rappresentato una sfida geometrico-strutturale per la carpenteria che si è occupata di questa importante realizzazione, la Bit Costruzioni SpA. Con i suoi 113 arconi di acciaio, posti simmetricamente lungo un asse longitudinale ad un passo costante di 3.6 m, ha richiesto un intervento di alta precisione.
Per rispettare la composizione architettonica sinusoidale, ogni elemento è stato realizzato con forma geometrica differente: altezza, larghezza, raggi di curvatura non sono praticamente mai gli stessi. 3.000 le tonnellate di acciaio impiegate, che hanno consentito di realizzare l’involucro trasparente.
Una passeggiata cittadina, una piazza dove incontrarsi. La relazione attiva con la storia nel pensiero dell’architetto emerge in un progetto contemporaneo che vuole essere testimone dei valori della propria epoca e lasciare nel futuro traccia dell’esperienza del proprio tempo storico.
NUOVO TERMINAL AV TORINO PORTA SUSA
Committente | RFI, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Ferrovie dello Stato SpA)
Progetto architettonico | AREP (Capogruppo, J.M. Duthilleul e E.Tricaud), Silvio d’ASCIA Architecte, Prof. Arch. Agostino MAGNAGHI
Progetto strutturale | SI.ME.TE. (c.a.), Arep Ingegnerie, MAP 3 (acciaio)
Imprese | CESI, COGEL, PIVATO
Strutture metalliche | BIT Costruzioni
Facciate | CIMA
FONTE
Fondazione Promozione Acciaio
FOTO Mathieu Vigneau