193   Gennaio  2015
ISSN 2282-3794
FOCUS DURABILITA’ 14
RESTAURO CONVENZIONALE
Maddalena Carsana
Politecnico di Milano, Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “G. Natta”
maddalena.carsana@polimi.it mcd.chem.polimi.it

Quando il degrado del calcestruzzo o la corrosione delle armature determinano condizioni di sicurezza o funzionalità non più accettabili, sulle strutture in calcestruzzo armato è necessario un intervento di restauro. Come per il progetto della durabilità delle strutture nuove (Focus 7), anche per il progetto degli interventi di recupero è necessario definire a priori degli obiettivi chiari. Si do­vrà individuare una vita residua richiesta, entro la quale la struttura restaurata non dovrà raggiungere un determinato stato limite di riferimento che determini la perdita di funzionalità della struttura, ad esempio corrispondente alla fessurazione, al distacco o alla delaminazione del copriferro e/o a una riduzione inaccettabile della sezione resistente delle barre di armatura. Questa nota discute gli approcci adottati per il restauro delle strutture in calcestruzzo armato, con particolare riferimento alla corrosione delle armature. Il metodo di restauro più utilizzato è quello convenzionale, basato sulla sostituzione del calcestruzzo non più protettivo con una maltacementizia; in questa nota verranno descritte le fasi dell’intervento e i requisiti per i materiali utilizzati.
 

Abstract
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DURABILITY FOCUS 14
CONVENTIONAL REPAIR

When degradation of concrete or corrosion of the steel reinforcement determine safety and serviceability conditions that are no longer acceptable, an intervention of restoration becomes necessary. Such as for design of the durability of the new reinforced concrete structures, even for the project of restoration works it is necessary initially to define clear objectives. A remaining service life should be identified, within which the restored structure will not have to reach a limit state which causes a loss of functionality of the structure (for example, corresponding to cracking, detachment or delamination of the concrete cover and/or an unacceptable loss of the cross section of the reinforcing bars). This paper deals with the approaches for the restoration of reinforced concrete structures, with particular reference to corrosion. The most common repair method is the conventional technique, based on the replacement of concrete which is no longer protective with a cement mortar. This paper describes the phases of the restoration and the requirements for the repair materials to be used.

COSTRUZIONI ESISTENTI. VITA NOMINALE RIDOTTA E RISCHIO ACCETTABILE
Sicurezza e responsabilita’
Antonio Borri, 
Professore Ordinario, Università di Perugia
antonio.borri@unipg.it
Alessandro De Maria
Ingegnere, Servizio Controllo Costruzioni e Protezione Civile, Provincia di Perugia
ale.dm2002@libero.it

Come noto, l’Ordinanza OPCM 3274 del 2003 ha introdotto l’obbligatorietà delle verifiche sismiche per i cosiddetti “edifici strategici” e gli “edifici rilevanti”.
La scadenza temporale di tale obbligo è stata via via regolarmente procrastinata, ma varie Regioni italiane, come anche varie Amministrazioni pubbliche (Comuni, Province, ASL, Università etc.) hanno iniziato e stanno procedendo a tale adempimento.
Da parte sua, anche il Ministero per i Beni e le attività culturali ed il Turismo, per quanto riguarda i beni vincolati, nel 2010 ha provveduto ad aggiornare in questa direzione le Linee guida emesse nel 2007 in tema di valutazione e riduzione del rischio sismico, introducendo il concetto di vita nominale ridotta come strumento per valutare la sicurezza, in coerenza con i principi probabilistici introdotti nelle NTC 2008.
Una circolare emanata nel 2010 dalla Protezione civile nazionale ed un parere del Comitato Tecnico scientifico della Regione Emilia Romagna nello stesso anno propongono una visione particolare della problematica in questione. In questi documenti, il problema della non verifica di molti degli edifici (e la mancanza di risorse per intervenire) viene “risolto” utilizzando come strumento un parametro, il “tempo dell’intervento”, per rinviare, almeno per un determinato periodo di tempo, la problematica in questione.
Sulla stessa linea si muove il testo del 2010 delle Linee Guida del MiBACT, che utilizza, seppur in modo più diplomatico, la vita nominale ridotta per limitare (o evitare del tutto) interventi in edifici vincolati che risultano non verificati.
Il lavoro proposto intende mostrare come tale modo di affrontare il problema possa condurre a situazioni di particolare rischio (e chiamate di responsabilità) sia per i tecnici incaricati delle verifiche che per gli stessi proprietari.
 

Abstract
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Reduced nominal life and acceptable risk for existing buildings: safety and responsibility

As known, the Ordinance OPCM 3274 of 2003 introduced the mandatory of the seismic monitoring for so-called "strategic buildings" and "relevant buildings."
The expiration time of this requirement has been regularly delayed, but various Italian Regions, as well as various Local Government (Municipalities, Provinces, ASL, Universities etc) have begun and are proceeding with this requirement.
As it concerns cultural heritage, the Ministry of Heritage and Culture and Tourism (MiBACT) in 2010 has updated in this direction Guidelines issued in 2007 on the subject of evaluation and reduction of seismic risk, introducing the concept of nominal (residual) life as a tool to assess the safety, consistent with the probabilistic principles introduced in the Italian Construction Code NTC2008.
A Circular issued in 2010 by the National Civil Protection and a document of the Scientific Technical Committee of the Emilia Romagna offer uniquely a vision of the issue in question. In these documents, the problem of non-verification of many of the buildings (and the lack of resources to intervene) is "resolved" using as a parameter, the "intervention time", to "pacify", at least for a certain period time, owners and users of buildings unverified.
Along the same line moves the text of the 2010 Guidelines MiBACT, using, albeit in a more prudent and diplomat way, the " remaining nominal life " to reduce (or avoid) interventions in buildings that are not verified.
The proposed work aims to show how such a way of addressing the problem of unverified introduces, in many cases, elements of considerable risk (and calls for accountability) for both the engineers in charge of the buildings assessment and the same owners of buildings.
 

Museo delle Antichità Egizie di Torino. Nuove catene attive per la Galleria dei Re
Tesatura e monitoraggio delle catene basati sul “metodo estensimetrico”
Giuseppe Donna, 
ICIS srl, Società di Ingegneria, Torino
giuseppe.donna@icis.it
Andrea Baracco, 
ICIS srl, Società di Ingegneria, Torino
andrea.baracco@icis.it
Cristiano Algeri, 
C-SPIN Centro Sviluppo Progettazioni Ingegneristiche, Bergamo
cristiano.algeri@c-spin.eu
Elena Poverello
Bossong SpA, Bergamo
consolidamento@bossong.com

Ricorre negli interventi di consolidamento di edifici storici la necessità di installare nuove catene; si tratta per lo più di elementi aggiuntivi collocati in punti ove non erano stati previsti incatenamenti in fase costruttiva o, come spesso accade, in affiancamento ad elementi preesistenti che hanno ridotto o perduto la loro funzionalità anche semplicemente a causa del degrado dei materiali nel tempo.
Con l’inserimento di nuovi incatenamenti si può quindi puntare all’utilizzo di materiali che ne garantiscano la durabilità ed all’impiego di metodi per una tesatura controllata ed il monitoraggio del carico assiale.
Ne è un esempio l’intervento che ha recentemente interessato la “Galleria dei Re” nell’ambito dei lavori di “Rifunzionalizzazione, restauro, ampliamento e messa in sicurezza del Museo delle Antichità Egizie di Torino”: impiego di acciai inossidabili ad alta resistenza per le nuove catene e applicazione del “metodo estensimentrico” per una corretta tesatura ed un controllo del carico nel tempo.
 

Abstract
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Egyptian Museum in Turin. New tendons at the “Galleria dei Re”
The “strain gauges measurement method” for the tensioning of tendons and their monitoring

The need to insert new tendons often occurs in strengthening of ancient buildings; mainly it happens that they are installed where no original elements have been designed during the construction phase or, they can be used as support elements to existing tendons who have lost their functionality with the passing of time and the consequent loss of the properties of materials.
The new installed tendons are expected to be long life elements made of raw materials with characteristics of durability and methods for a correct tensioning and for the monitoring of axial load are recommended.
This is exactly what has been recently done in the “Galleria dei Re” placed in the Egyptian Museum in Turin where important works of renovation take place: the use of high resistance stainless steel for the new tendons and the application of the “strain gauges measurement method” to know the exact value of tensioning as well as measure variation in the forces to which the tendons are subjected over a long period of time.