Dopo una breve ricapitolazione del senso e dei modi di calcolare il rischio sismico, come combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione, vengono presentati i risultati che si ottengono da un’applicazione alla città di Pavia, presa ad esempio di una zona a bassa sismicità.
Viene chiarito che una bassa probabilità di accadimento di un forte evento in un’area geograficamente prossima non si traduce necessariamente in perdite annue medie attese trascurabili, e che conseguentemente non esistono in Italia zone in cui il rischio sismico possa essere ignorato.
Si descrive una possibile metrica comune che consenta un confronto tra costi di riscaldamento e condizionamento medi annui e perdite attese per eventi sismici. Sulla base di un confronto di questo genere, e dei vantaggi per chi investe e per il bene pubblico, si conclude che sia più ragionevole per lo Stato proporre incentivi per la riduzione del rischio sismico piuttosto che per il contenimento dei consumi.
A brief summary of the meaning of seismic risk and of the procedures to estimate it, based on the combination of hazard, vulnerability and exposure, is followed by the results obtained from the application of such calculations to the city of Pavia, assumed to be the paradigm of a low seismicity zone.
It becomes clear that a low probability of exceedance of a given intensity in the proximity of a site does not automatically translate into negligible expected annual losses, and consequently zones where the seismic risk could be ignored do not exist in Italy.
A possible approach to a rational comparison of heating and cooling average annual cost and expected annual loss induced by seismic events is presented. On the base of such analyses, and of the comparison of advantages for private investors and for the public interest, it is concluded that it is in general more convenient for the State to subsidize the reduction of seismic risk than that of energy consumption.