The urgency of a coordinated and comprehensive National Plan for the reduction of seismic risk and the integrated seismic-energy rehabilitation of the Italian building stock, able to combine architectural, functional, energy aspects and needs, while targeting an improvement of structural and seismic safety, is increasingly evident.
"Safety first" is unanimously recognized as a fundamental objective in an ideal list of priorities.
However, rarely - in "peacetime", therefore before a seismic event - the improvement of the structural / seismic safety of a building becomes the main reason for a building rehabilitation and renovation.
With no doubt the assessment of the seismic vulnerability of existing buildings and the definition of appropriate retrofit solutions, therefore structurally effective, easy to implement, minimally invasive, economically affordable, possibly reversible and respectful of the preservation of the architectural-cultural heritage of the building, hide a significantly higher level of complexity than when designing a new seismic-resisting structure/building.
As if the technical complexity were not enough, the lack of economic resources to be able to support such a massive intervention on a national scale is often pointed out as a primary obstacle for the implementation of a long-term widespread rehabilitation project of the building stock at large scale.
Secondly, there is a lack of a co-ordinated action Plan with the definition of objectives, methodology, resources, timeframe according to a prioritization based on risk considerations and cost-benefit analysis – following non-traditional but multi-criteria approaches, able to capture, weighing and highlighting tangible and non-tangible technical-social-economic-environmental aspects.
Yet comparative studies and evaluations on the effectiveness of an active seismic prevention strategy when compared to a typically passive-reaction approach, clearly show significant socio-economic-environmental benefits in the medium-long term at the national level.
L’urgenza di un piano coordinato ed esteso a scala nazionale per la riduzione del rischio sismico e la riqualificazione integrata sismico-energetica del patrimonio edilizio sul territorio italiano, in grado di combinare aspetti ed esigenze architettoniche, funzionali, energetiche, nella salvaguardia e miglioramento della sicurezza strutturale e sismica, è sempre più evidente.
"La sicurezza prima di tutto" è unanimemente riconosciuto come obiettivo fondamentale in una lista ideale di priorità.
Tuttavia, raramente - in "tempo di pace", quindi prima di un evento sismico - il miglioramento della sicurezza strutturale/sismica di un edificio diviene il movente principale di un intervento di ristrutturazione edilizia.
E’ indubbio che la valutazione della vulnerabilità sismica di edifici esistenti e la definizione di soluzioni di rinforzo appropriate, dunque strutturalmente efficaci, di facile applicazione, poco invasive, economicamente convenienti, possibilmente reversibili e rispettose della preservazione del patrimonio architettonico-culturale della struttura, nascondano un livello di complessità significativamente superiore rispetto alla progettazione di nuove strutture.
Come se la complessità tecnica non bastasse, la ristrettezza di risorse economiche per poter supportare tale intervento a scala nazionale è spesso additata come primario ostacolo per l’implementazione di un progetto di rinnovo costante e di ampio respiro per una riqualificazione su larga scala del patrimonio edilizio.
In seconda battuta, manca un piano di azione concertato con individuazione di obiettivi, metodologia, risorse, tempistica secondo un cronoprogramma con priorità/graduatoria basate su considerazioni di rischio ed analisi costi-benefici – secondo approcci non tradizionali ma multi-criterio, in grado di cogliere, soppesare e valorizzare aspetti tecnici-sociali-economici-ambientali tangibili e non-tangibili.
Eppure studi e valutazioni comparative sull’efficacia di una strategia attiva di prevenzione sismica rispetto ad un approccio passivo di reazione/cura post-evento ne mostrano chiaramente i vantaggi socio-economici-ambientali nel medio-lungo termine a livello nazionale.
In parallelo, con riferimento alla progettazione di nuove costruzioni sismo-resistenti, puntare (solo) alla Salvaguardia della Vita Umana, non è chiaramente più sufficiente per la comunità moderna, che si aspetterebbe di ricevere un edificio "anti-sismico” quindi “a prova di terremoto". È imperativo e sempre più urgente un cambio di paradigma nei criteri e obiettivi di progettazione prestazionali verso un approccio e tecnologie in grado di limitare il danno.
In questo contributo si presentano alcune riflessioni di stimolo alla definizione di un piano di azione coordinato a livello nazionale, lungimirante e duraturo, in grado di alzare l’asticella e puntare ad una significativa riduzione degli impatti socio-economici associati ai terremoti, sia per le costruzioni esistenti che per le nuove costruzioni promuovendo l’utilizzo di nuove tecnologie a basso danneggiamento.