Facilities age, as people do. While for people the culture of prevention and diagnostics is well spread and established, a culture of proper maintenance and diagnostics for structures still struggles to develop adequately. Recent developments in the field of electronics have opened up scenarios that were unimaginable just a few years ago: fascinating ideas such as smart structures, equipped with sensors and capable of self-diagnosing any damage are no longer so distant. However, this theoretical power of technology requires considerable mastery of the available instruments and the ability to tame and integrate them within a much broader framework, in which the measurements represent just one element of a very complex system. The feeling is that the impressive technological advancements have not been met with an equally rapid development of awareness towards simple yet crucial aspects for a correct evaluation of the health of an infrastructure. The present article brings together some aspects that are part of a recent experience in the field of structural monitoring. The thesis to be demonstrated is that firstly, it is necessary to understand the level of information that is truly necessary for a specific evaluation, according to the indications provided by the structural expert. This should be followed by an analysis of the type of sensors, the measurement system, and the investigation methodology to be employed. Finally, an assessment of the associated costs and cost-benefit relationships of different technologies should be conducted. There is, therefore, no real distinction between an expensive and an inexpensive system, between a performing and a less performing system; there is, instead, a certain level of knowledge that one wants to acquire and reach, and it is not ineluctably given that a more expensive and performing system is necessarily the optimal solution for the specific application.
Le infrastrutture invecchiano, come le persone. Mentre per le persone la cultura della prevenzione e della diagnostica è ben diffusa e consolidata, fatica ancora a svilupparsi in modo adeguato una cultura della corretta diagnostica per la manutenzione delle strutture. Le recenti evoluzioni nel campo dell’elettronica hanno aperto scenari inimmaginabili fino a pochi anni fa: idee affascinanti come quelle delle strutture intelligenti, irrorate di sensori e capaci di auto-diagnosticare eventuali danni, non sono più così lontane, ma una simile teorica potenza della tecnologia richiede una notevole padronanza dei mezzi disponibili, la capacità di addomesticarla ed integrarla all’interno di un quadro molto più ampio, in cui la misura è un elemento di un sistema molto complesso. La sensazione è che l’impressionante corsa consentita dalla tecnologia non sia corrisposta ad un altrettanto veloce sviluppo di una sensibilizzazione verso questioni semplici ma decisive per una corretta valutazione della salute di una infrastruttura: il presente articolo raccoglie alcuni aspetti che fanno parte di una recente esperienza proprio nel campo del monitoraggio strutturale. La tesi che si vuole dimostrare è che va compreso in primis quale sia il livello di informazione realmente necessario per una determinata valutazione, secondo le indicazioni fornite dall’esperto di strutture, a cui far seguire una analisi del tipo di sensori, del sistema di misura, della metodologia di indagine da mettere in campo, ed infine una valutazione dei costi correlati e delle relazioni costi-benefici delle diverse tecnologie. Non esiste, dunque, una reale distinzione tra sistema costoso ed economico, tra sistema performante e meno performante, esiste, invece, un determinato livello di conoscenza che si vuole acquisire e non è ineluttabilmente detto che un sistema più costoso e performante sia necessariamente la soluzione ottimale per la specifica applicazione.