"Si faccia di mattoni grandi ... i quali si murino con quello spinapesce sarà deliberato per chi l'avrà un conducere ... e murisi con gualandrino con tre corde ... " , così sta scritto nel Rapporto dei Provveditori del 24 gennaio 1426. L’obiettivo di questo scritto è quello di studiare la geometria spaziale dell’ammorsamento dei mattoni e la loro configurazione all’interno dello spessore della volta del Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze. "Spinapesce " è la parola che viene utilizzata per descrivere questa particolare posizione dei mattoni, ma raramente la letteratura in proposito accenna alla giacitura tridimensionale dei mattoni e al loro reale allineamento all’interno della geometria della Cupola.
Questo documento vuole fornirne un'ipotesi probabile e plausibile fondata sull’analisi di questa specialissima disposizione tridimensionale dei mattoni e sulla loro reciproca interazione statica. Per verificarne quindi la concretezza attraverso la realizzazione di modelli fisici e virtuali. Queste sono quindi le fondamentali questioni a cui si è cercato di dare una risposta:
- Come sia stato raggiunto l’equilibrio statico della volta in mattoni in fase di costruzione grazie soltanto al reciproco sostegno dei mattoni congiunti tra loro in senso tridimensionale, e senza l’ausilio di armature e in ogni caso prima che le malte, allora a presa molto lenta, avessero potuto fare presa.
- Come posare in opera questi corsi tridimensionali e reciproci di mattoni su un letto di posa troncoconico e quindi tutti orientati rispetto ad un unico centro sull’asse centrale della Cupola, in modo tale da realizzare una volta di rotazione: l’unico tipo di volta che poteva essere costruita senza l’ausilio di armature (come viene chiaramente affermato fin dal testo contemporaneo di LeonBattista Alberti del De re aedificatoria, Lib.III, Cap XIV).
- Come siano stati posti in opera questi mattoni, con l’uso di un particolare strumento, il cosiddetto “Gualandrino”, (una sorta di squadra a tre aste invece che le usuali due), che avrebbe appunto dovuto tenere sotto controllo l’allineamento dei mattoni nelle tre dimensioni dello spazio e non solo nelle due dimensioni del piano.Da questo punto di vista va anche ricordato come tutte le fonti storiche e contemporanee sul capolavoro del Brunelleschi non riferiscono dell’uso di mattoni e tradizionali, ma riferiscono di mattoni insoliti, sicuramente di misure non tradizionali, da lui stesso prescritti e talvolta persino modellati sperimentalmente ritagliando grandi zucche. La loro definizione sembra quindi essere stata così importante da richiedere che lui stesso ne avesse spesso seguito e controllato personalmente le caratteristiche, recandosi anche presso le fornaci. Questa ricerca vuole infine ipotizzare una possibile procedura per costruire strutture voltate in muratura in muratura utilizzando mattoni di tipo non tradizionale ma di tale forma che li renda stabilizzabili in una connessione di equilibrio reciproco, montabili e smontabili a secco. In questo senso l’uso di software per la modellazione parametrica ci permetterà di mettere a punto mattoni adatti alla realizzazione di strutture voltate con forme e geometrie diverse, variando opportunamente l'algoritmo di base.
“Si faccia di mattoni grandi ... i quali si murino con quello spinapesce sarà deliberato per chi l’avrà a conducere … e murisi con gualandrino con tre corde…”, quote from Rapporto dei Provveditori of 24th January 1426.
This paper focuses on how the brick bond and masonry pattern are configured inside the dome of the Santa Maria del Fiore Cathedral in Florence, Italy.
“Herringbone” is the word that’s always used to describe it, but there’s hardly a mention of the true nature of the three-dimensional layers of bricks in the dome’s spatial geometry. This paper intends to address these issues and provide a likely and plausible hypothesis. Said hypothesis is founded on a very special three-dimensional, reciprocal interaction of its bricks, and is verified by virtual models and physical prototypes. The questions this paper intends to answer are:
How to reach static equilibrium of masonry with or without the contribution of mortars, or else before the final (very slow) setting time of lime mortar – just by relying upon their three-dimensional reciprocal bonding.
How to lay such three-dimensional reciprocal bricks on a ring bed with a centre around which all the bricks are aligned, and thus build a shell as a solid of revolution. This the only kind of dome which may be constructed without scaffolding or ribs, as testified by Leon Battista Alberti in De re aedificatoria, Lib.III Cap XIV.
How to lay these bricks using a very particular device, the so-called gualandrino (a kind of geometric square rule with three rulers not just the usual two), in order to obtain spatial coordinates beyond those two in the plan of brick layers. From this point of view all former and current references to Brunelleschi’s masterwork do not refer to normal, traditional bricks. Instead we discuss the the very unusual, outsized bricks which he himself designed and modelled by cutting experimental shapes from enormous turnips. Their design was so particular that he oversaw their manufacture personally, even as far as the furnaces.
This research indicates a possible procedure that would allow the construction of whole or parts of masonry domes using a non-traditional type of brick, through mountable and demountable reciprocal interaction. Moreover we have employed a parametric modelling software which enables us to generate different shapes by varying the ruling algorithm.