Pur rappresentando le volte in muratura una tipologia costruttiva piuttosto ricorrente nell’ambito del panorama edilizio italiano, i metodi di verifica di resistenza al fuoco disponibili necessitano di un’opportuna verifica sperimentale. Nell'ambito di un programma di sperimentazione e ricerca, l'Area Protezione Passiva della Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica dei Vigili del fuoco ha effettuato un
rapporto di prova di resistenza al fuoco su questa tecnologia costruttiva. La prova è finalizzata alla verifica sperimentale della correttezza del calcolo predittivo del tempo di resistenza di una volta muraria applicando il metodo di verifica semplificato dell’Eurocodice EN 1996-1-2 integrato dall’applicazione della circolare DCPREV 4638 del 4/4/2013. La volta viene progettata seguendo i criteri ordinari di calcolo a freddo e successivamente si effettua il calcolo della resistenza a caldo. Per la realizzazione della prova si impiegano i seguenti materiali da costruzione, comunemente impiegati nel settore edilizio, quali blocchi di laterizio pieno di dimensioni 5,5cm x 12cm x 25cm e malta cementizia pre-miscelata di classe M5. La prova condotta il 6 luglio 2015 presso il forno sperimentale dell’Area Protezione Passiva della DCPST del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha dimostrato che il metodo di calcolo semplificato di cui all’Eurocodice EN 1996-1-2 (annesso C) integrato dall’applicazione della circolare DCPREV 4638 è cautelativo. La volta ha infatti resistito a più dei 45 minuti calcolati.
Il metodo, inoltre, ha consento di associare al requisito R anche il requisito I, in quanto l’isoterma considerata (100°C) è nettamente al di sotto del limite imposto per tale requisito (140°C come incremento di temperatura media).
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