L’indagine di Legambiente “Ecosistema Rischio” a cura di Francesca Ottaviani e Giorgio Zampetti con la collaborazione di Stefano Mattoccia e Andrea Minutolo raccoglie ed elabora dati di carattere generale sull’esposizione al rischio frane e al rischio idraulico nei comuni italiani e allo stesso tempo monitora nel dettaglio le attività volte alla mitigazione del rischio da parte delle amministrazioni comunali nel cui territorio sono presenti aree esposte a pericolo di frane, esondazioni e allagamenti.
L’indagine sulle attività nelle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico è stata realizzata sulla base delle risposte fornite dalle amministrazioni locali al questionario inviato ai Comuni in cui sono state perimetrale aree a rischio idrogeologico. Le amministrazioni sono state selezionate sulla base delle classificazioni precedenti al documento pubblicato da ISPRA nel marzo 2016, che è, oggi, il quadro completo e aggiornato sulle zona a rischio in Italia.
Le amministrazioni comunali italiane in cui sono presenti aree ad “elevata criticità idrogeologica” sono 1.444 quelle che hanno risposto al questionario di Ecosistema rischio tra giugno e dicembre 2015 (il 23% dei comuni a rischio d’Italia). Di queste, i dati relativi a 45 amministrazioni sono stati trattati separatamente perché non completi e quindi non assimilabili agli altri.

I risultati ottenuti dimostrano una situazione di grande ritardo nel gestire in maniera efficace e diffusa su tutto il territorio un’azione di prevenzione e riduzione del rischio. 7 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni. In ben 1.075 comuni (il 77% del totale) sono presenti abitazioni in aree a rischio. Nel 29% sono presenti addirittura interi quartieri e nel 51% dei casi sorgono impianti industriali. Nel 18% dei Comuni intervistati nelle aree golenali o a rischio frana sono presenti strutture sensibili come scuole o ospedali e nel 25% strutture commerciali. Inoltre l’urbanizzazione delle aree a rischio non è solo un fenomeno del passato, come dimostrano il 10% dei Comuni intervistati in cui sono state realizzate strutture o edifici in aree a rischio nell’ultimo decennio. A fronte di questa intensa urbanizzazione delle aree a rischio, solo il 4% ha intrapreso interventi di delocalizzazione di edifici e l’1% di insediamenti industriali. Ancora in ritardo anche le attività finalizzate all’informazione dei cittadini sul rischio e i comportamenti da adottare in caso di emergenza. Se l’84% dei Comuni ha un piano di emergenza che prende in considerazione nello specifico il rischio idrogeologico, solo il 46% lo ha aggiornato e solo il 30% del totale dei Comuni intervistati ha svolto attività di informazione e di esercitazione rivolte ai cittadini, essenziali per preparare la popolazione ad affrontare situazioni di emergenza.

Dall’indagine di Legambiente emerge che il tema della fragilità del territorio della nostra Penisola deve diventare centrale nella riflessione comune a tutti i livelli di governo del territorio e il lavoro per realizzare una effettiva mitigazione del rischio idrogeologico deve di necessità prevedere una improrogabile inversione di tendenza. Innanzitutto occorre fermare il consumo di suolo, al contrario di quanto accade ancora oggi, visto che negli ultimi anni le superfici artificiali sono passate infatti dal 2,7% negli anni ‘50 al 7% stimato per il 2014, con un consumo medio di suolo compreso tra 6 e 7 metri quadrati al secondo. È necessario inoltre fin da subito programmare azioni che favoriscano l’adattamento ai mutamenti climatici, realizzando interventi di messa in sicurezza che puntino il più possibile sulla rinaturalizzazione, lavorando per associare alla necessaria opera di prevenzione strutturale (la più necessaria delle grandi opere infrastrutturale del nostro paese) una seria attività mirata alla prevenzione “non strutturale” e alla diffusione di una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza presso i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze.


RAPPORTO LEGAMBIENTE COMPLETO > legambiente.it

Numero cittadini presenti in aree a rischio. Fonte: Legambiente (Comuni, dati 2015)
Urbanizzazione zone a rischio. Fonte: Legambiente (Comuni, dati 2015)
Fonte: Legambiente (Comuni, dati 2015)

Rischio idrogeologico

Rapporto Legambiente - Ecosistema rischio