ph. Sergio Pirrone
Fin dal concorso internazionale, il nuovo museo di Storia Naturale di Lione è stato voluto come un "mezzo per il trasferimento della conoscenza" e non come semplice spazio di esposizione.
Questa astronave di vetro e acciaio è atterrata nell’estremo lembo di terra ampliato artificialmente il secolo scorso, là dove il fiume Saona confluisce nel Rodano; oggi quel tratto di città abbandonato da fabbriche e magazzini è rinato come quartiere votato ai servizi, alla cultura e al divertimento.
Anche se era evidente che la scelta del sito avrebbe comportato difficoltà costruttive per le scarse proprietà geotecniche del terreno (il cui consolidamento ha richiesto opere quali l’inserimento di 536 pali da 30 m), la posizione era molto strategica per il nuovo disegno urbano. Da qui la scelta di un progetto complesso dalle forme e geometrie nuove, caratterizzato da una forte permeabilità e dalla creazione di un grande spazio pubblico al piano terra, elemento distintivo per i visitatori che si avvicinano da sud e punto di partenza per il successivo sviluppo del quartiere.
L'edificio lungo 180 metri, largo 90 e alto 45, ha una superficie totale di 22.000 mq. Il volume dall’aspetto vagamente zoomorfo che non tradisce l’impostazione decostruttivista di CoopHimmelb(l)au, è formato da tre parti: il “basamento” di cemento, il “cristallo” di vetro e acciaio e la “nube” metallica in pannelli di acciaio inossidabile.
Il basamento a vista è alto otto metri ed è organizzato su due livelli semi interrati; ospita due auditorium da 330 e 120 posti, utilizzati anche dalle scuole circostanti per scopi formativi, più aree di stoccaggio e laboratori per l’allestimento delle mostre.
Il cristallo racchiude l'ingresso principale e la reception: è caratterizzato da un'architettura mutevole che fonde differenti identità in un’unica forma.
Al centro, una goccia di vetro e acciaio, che riproduce metaforicamente un vortice generato da due flussi, contribuisce a distribuire a terra parte del peso della carpenteria. Scale e una rampa a spirale conducono ai due padiglioni, alla biblioteca e all’archivio documentale.
La struttura principale del cristallo è costituita da profili tubolari in acciaio a sezione rettangolare 400x200 mm che, tramite puntoni ai nodi, sostengono la struttura secondaria di supporto dei 1.500 elementi in vetro extra chiaro. In corrispondenza delle zone più esposte al sole sono state previste delle lamelle schermanti mentre alcune porzioni vetrate apribili consentono la ventilazione naturale di tutto il foyer.
La nube sospesa sui pilastri, ha una superficie calpestabile di circa 11.000 mq distribuiti su 4 livelli ed è il cuore del museo: concepita internamente come una sequenza di “black boxes” che permettono la massima libertà di allestimento per le collezioni permanenti e le mostre temporanee, ospita anche gli uffici amministrativi e un ristorante con terrazza. La struttura portante è concepita come un ponte in carpenteria metallica dalla forma complessa e dal peso totale di 6.500 tonnellate.
Le facciate e la copertura sono infine caratterizzate da una stratigrafia a secco estremamente efficiente che nelle esposizioni solari più favorevoli integra dei pannelli fotovoltaici.
[di Marco Clozza]
SCHEDA CANTIERE
Musée Des Confluences, Lione, Francia
Committente | Comune di Lione – Dipartimento del Rodano; SERL (rappresentante)
Progetto architettonico | Coop Himmelb(l)au – Wolf D. Prix (capogruppo)
Progetto architettonico locale | Patriarche & co (pianificazione); Tabula Rasa (progetto esecutivo); Chabanne & Partenaires (project management)
Progetto strutturale | B+G Ingenieure – Bollinger und Grohmann (progetto generale); Coyne et Bellier,
VS_A (progetto esecutivo)
Impresa | Vinci
Costruttore metallico | SMB; Permasteelisa (cristallo); SMAC (rivestimenti della nube)
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MUSÉE DES CONFLUENCES
LIONE, FRANCIA